Una produzione che richiede tante competenze specifiche per avere qualità organolettica ed estetica
In Calabria, così come in tante zone rurali d’Italia, c’è un’antica tradizione legata al melograno, un frutto simbolo di prosperità che spesso e volentieri era piantato nei cortili delle case di campagna per essere di buon auspicio alle produzioni.
Ma un conto è coltivarlo per il consumo domestico, tutt’altra faccenda è sviluppare impianti dedicati e strutturare una solida filiera della melagrana. L’Op Agricor, nella Piana di Sibari, per anni ha lavorato a questo progetto e ha dovuto studiare parecchio: la coltivazione del melograno ha presentato numerose sfide, vinte grazie all’esperienza e alla caparbietà dei soci produttori, sempre affiancati dagli agronomi dell’Op.
Sono stati organizzati numerosi corsi di specializzazione per gli operatori, in modo da poter perfezionare le tecniche di potatura e diradamento, due fasi fondamentali per il melograno. Questo frutto, più che altri, oltre che essere buono, per avere valore commerciale deve presentarsi anche con caratteristiche estetiche di pregio. Per questo i principali nemici sono le spine della pianta e il vento: la loro azione combinata rischia di causare graffi alla buccia della melagrana e di far perdere appeal ai frutti.
Ma c’è un altro fenomeno da tenere in considerazione: il cambiamento climatico. Le giornate si fanno sempre più calde già a partire dalla primavera, mentre in estate superano per lunghi periodi i 40°C. Il sole cocente può danneggiare la buccia, causa stress alla pianta e può influire anche sulla qualità degli arilli, i pregiati chicchi della melagrana. Quindi per produrre frutti dolci e succosi, ma allo stesso tempo anche belli, è fondamentale prestare grande attenzione alla protezione delle piante e alla giusta irrigazione. Solo con un costante monitoraggio delle condizioni dei frutteti è possibile intervenire per tempo e ottenere produzioni di vera eccellenza, sfruttando appieno le condizioni pedoclimatiche che offre la Piana di Sibari.